lunedì 16 novembre 2015

17-22 Novembre: Destinazione ignota al Teatro dei Conciatori

Saranno in scena al Teatro dei Conciatori di Roma dal 17 al 22 novembre, Gianna Paola Scaffidi, Laura Colombo, Antonio Bonanotte e Marco Belocchi, protagonisti di  DESTINAZIONE IGNOTA di Dante Maffia, per la regia di Anna Teresa Eugeni; e con Cristina Mascitelli- Silvana Licursi – Antoinette Kapinga – Valerio Garbarino – Marcello Caroselli
Sembra che l’uomo non abbia potuto mai nulla contro i fenomeni naturali che hanno cambiato e cambiano il volto del Pianeta Terra. Per Dante Maffia questa condizione ha portato a una presa di coscienza politica e poetica che viene concretizzata in questo spettacolo. Una performance anche multimediale, con canti di tradizione popolare a cappella.
Gli interpreti comunicheranno al pubblico ricordi del recente passato e momenti attualissimi. «Solo la Poesia può riuscire a salvare il futuro del nostro Pianeta asseriscono gli Intellettuali, i Filosofi, gli Storici più noti». Spiega Maffia. 
«Il Mondo dopo calamità e stragi si attiva per morti e feriti… ma le ferite dell’Anima? Come curare, dare un volto al vuoto che avvita le esistenze?». “Destinazione ignota” del corpo, “destinazione ignota” dell’Anima? Una provocazione poetica, una soluzione artistica.

martedì 3 novembre 2015

Un nuovo giorno

Sono iniziate lunedì 2 novembre a Roma e continueranno anche in Thailandia, le riprese di Un nuovo giorno, film di Stefano Calvagna, che, dopo il successo del film “Non escludo il ritorno”, dedicato alla figura di Franco Califano recentemente uscito in dvd e chiuso a luglio il set di “Si vis pacem para bellum“, torna dietro la macchina da presa per un lungometraggio ispirato ad una storia vera e di grande impatto sociale.
Protagonista del film, prodotto dalla Poker Entertainment, l’attrice esordiente Sveva Cardinale. Il cast è anche composto da Danilo Brugia, Luca Filippi, dal giovanissimo ma già affermato figlio del regista Niccolò Calvagna, Imma Piro, Massimo Bonetti, Franco Oppini, Davide Paganini, Gianna Paola Scaffidi, Saverio Vallone, Paola Lavini, Ralph Palka e Andrea Agresti.

E’ la storia di Giulio, che fin dalla tenera età si sente di appartenere a un corpo sbagliato: guarda le bambine e si sente una di loro. A 27 anni decide di operarsi e intraprende un viaggio a Bangkok, in Thailandia, per cambiare sesso e diventare ‘finalmente’ donna fisicamente e fisiologicamente. Un percorso che porterà la protagonista a rivalutare i propri rapporti con la famiglia e gli amici e a ricominciare una nuova vita in un corpo che la farà sentire finalmente a proprio agio nel mondo.

“Il film – nelle parole del cineasta romano – entrerà nel cuore di tutti, è basato sulla forza d’animo, sulla fede e anche sulla coerenza con la propria natura interiore, sul superamento di tutte le paure, persino le più intime e le più grandi. Si tratta di un film tanto intimista quanto di cronaca, poiché è un’implicita denuncia a tutti quegli atti di prepotenza che derivano dai pregiudizi”.

Fonte: gazzettaspettacolo

“Agnese di Dio” indaga sui misteri del convento

Di vicende scabrose le mura dei conventi, nei secoli sono state mute testimoni. Tra le fredde brune canadesi, alla psichiatra Martha Livingstone viene affidato l’incarico di indagare sul caso di Agnese, giovane suora che ha partorito un bambino, trovato subito dopo strangolato dalla madre superiora tra i panni insanguinati nel cestino della carta straccia. Interrogata dagli inquirenti, Agnese non ammette nulla perché nulla ricorda del parto, della gravidanza e del concepimento. La psichiatra dovrà verificarne lo stato mentale affinché il Tribunale possa decidere se internarla come inferma di mente o condannarla per omicidio.
La psichiatra, l’ottima, sensibile, delicata e tormentata Gianna Paola Scaffidi, viene ricevuta in convento dall’algida madre superiora, cui Michetta Farinelli offre l’ampia gamma di stati d’animo di una donna che nella propria esistenza ha attraversato l’esperienza di moglie e madre con qualche vizio prima di staccarsi dai bisogni e dalle lusinghe terrene, la quale riconduce ogni evento al soprannaturale: Dio ha permesso l’inspiegabile circostanza, non attribuibile a intervento umano poiché nessun uomo è entrato in convento e il sacerdote è insospettabile.
Inizia un duello verbale e psicologico tra le due donne, l’una alla ricerca della verità, l’altra convinta di possederla già. Tra le pieghe di questo gioco delle parti si insinuano le rivelazioni sul reciproco retroterra familiare: la psichiatra, razionale ed atea, è oppressa dal ricordo della sorella morta nel convento dove i genitori l’hanno rinchiusa; Ruth, la superiora, dopo la morte del marito ha scelto la vita monacale abbracciando l’abbandono incondizionato a Dio.
Nella dualità fede-ragione, trascendente-immanente, misticismo-razionalità si incunea la disarmante figura di Agnese, che ha fatto tabula rasa dei suoi ricordi. Il coinvolgimento emotivo della dottoressa, che vuole sottrarla agli abissi della sua psiche, le restituirà la consapevolezza insieme alla responsabilità, durante incalzanti sedute di ipnosi che scatenano drammatiche crisi convulsive nella giovane. Tra estasi e sofferenza fisica affiora il passato col suo carico di traumi e vessazioni da parte della madre mentalmente instabile che la seviziava e l’ha rinchiusa nel convento diretto dalla sorella. Il bambino, identificato come il male interiore, andava eliminato per riconquistare l’affetto: della mamma? della zia?
Domande che inseguono risposte che generano altre domande. Non tutte saranno soddisfatte, ma modificheranno radicalmente le vite delle protagoniste, suscitando nella psichiatra un turbamento che farà vacillare le sue certezze positiviste.
Il testo dell’americano John Pielmeier è un thriller psicologico che ha l’attualità della atemporalità: la forza indagatrice della scienza che dà qualche risposta e apre nuovi scenari contro la potenza del mistero che acquieta le coscienze. In mezzo Agnese, vittima e carnefice, figlia, donna, toccata dal miracolo. Alle spalle tre famiglie manipolatrici, ciascuna portatrice della sua verità.
Un plauso ad Alessandra Fallucchi, che aderisce ai timori e alla collerica reazione di Agnese con stupefacente verosimiglianza, ora timida, dolce, spaesata, timorosa suorina che canta inni a Dio con voce melodiosa, poi attraversata da violente crisi che le squassano il corpo e l’anima quando vengono sciolte le sue gabbie mentali.
Curata la regia di Antonio Serrano, coadiuvata dalle scene di Dario Dato, che focalizza l’azione in diversi punti del palcoscenico nel dipanarsi delle varie fasi.
L’adattamento cinematografico del 1985 ha valso la candidatura all’Oscar ad Anne Bancroft nel ruolo della superiora e Meg Tilly in quello di Agnese.
Tania Turnaturi  11/10/15 

Fonte: teatrionline